In maniera silenziosa

Soffio di un ordine primitivo, VIA.

Squarciare anni luce di bellezza, polverizzare le rughe del tempo come missione.

Avanzano orde di (in)civiltà assassine, presunte superiori senza termini di paragone se non con sé stesse. Ritrovarsi con Caronte a remare sulla nave del proprio destino. 

Il porto è la fine.

Cosa significa chiudere in gabbia un leone?

La sua anima ha perso la corona della libertà.

Le tenebre.

L'iride vitreo, coccio dell'ingiustizia subita, scruta il mondo, impaurita, dilaniata: una pace opaca, solo apparente.

Il silenzio.

Il leone, in gabbia, gira intorno a sé stesso.

La condanna non è più la gabbia, ma il suo stesso vivere.

Lentamente, dopo secoli, scivola via il calcare dell'ignavia.

Da un ragtime e un foxtrot nascono le anime della ribellione. I sapienti del Kilimangiaro hanno custodito nel tempo la pozione magica.

Ora le anime della ribellione ballano attorno alla gabbia; il leone riprende forza, sulle note di "It's about that time". I suoi ruggiti sono ancora soffocati ma salgono sempre più.

Le anime della ribellione salgono in cattedra. Con la leggerezza e maestria delle loro note, danno vita a un rito propiziatorio che accompagna la liberazione della belva.

Il rito è compiuto: essa è di nuovo la fiera dallo sguardo luminoso, elegante e sinuosa.
Crolla la gabbia costruita sul ferro dell'indifferenza.
Il leone torna re, libero.

Luccica il suo sguardo, nella notte.
Le stelle, lacrime per una libertà uccisa e risorta grazie alla dea Musica.
La notte si chiude con l'alba di una nuova era.
Giustizia è compiuta.
In maniera silenziosa.

Marco Scanu

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