A magik journey
Cercando su Wikipedia l'album In my memory del Dj olandese Tiësto, non si ottengono molte informazioni.
Questo fatto dipende probabilmente da un semplice motivo: la musica elettronica è un genere troppo "vasto" e soggetto a rapidi cambiamenti, e un solo disco, seppur con una valenza musicale importante, non può aprire la strada a drastiche rivoluzioni musicali, degne di nota per la più famosa enciclopedia -guarda caso, elettronica- che vadano al di là di una sola estate.
Eppure questo disco del 2001 è uno dei migliori dischi di elettronica pubblicati negli ultimi vent'anni. Questo perché? Perché non è un disco estremamente commerciale e non è un disco estremamente snob: è un disco "equilibrato".
Temporalmente, In my memory si pone come trait d'union tra la metà degli anni Novanta -in cui in Germania la maggior parte dei dj (Monika Kruse, Timo Maas ecc ...) si divertivano a velocizzare in maniera estrema il ritmo della drum machine- e i primi anni Duemila in cui gli elementi techno e ambient si diffusero rapidamente in tutto il resto dell'Europa settentrionale e nei club londinesi (con prestiti stilistici di imprescindibile derivazione americana). Quest'album nasce proprio da queste "strade di mezzo". La prima traccia, Magik journey, è una chiara dichiarazione d'intenti: si parte piano, ma si capisce sin da subito la volontà del Dj olandese di rallentare il beat martellante (e un po' fracassone) della techno più pura con fresche tinte pop e new age . La capacità di mixare i più disparati elementi synth in maniera semplice e genuina, emerge in Dallas 4PM, forse il pezzo migliore dell'intero disco, "pastiche" d'effetto, con debiti tanto alla disco quanto a Jeff Mills, capace di proiettarci in un'altra dimensione musicale facendoci cadere in "trance".
La peculiarità del disco, e cioè tagliare e ricucire elementi pop in chiave house, con sprazzi di chillout, creando atmosfere suggestive, tridimensionali, continua nell'intramontabile Flight 643 (prima di uscire il sabato notte, mentre vi fate belli/e di fronte allo specchio, ponete questa canzone...) e su Lethal industry, quest'ultimo un vero e proprio pezzo old school, dinamico e levigato quanto basta per essere ballabile e spianare la strada del mainstream alle nuove sonorità degli anni Duemila (Avicii, Ferry Corsten, Swedish house mafia, Armin van Buuren e tanti altri).
Per chiudere, Suburbian train ci proietta in una trascinante festa in spiaggia (magari, casualmente, a Ibiza) a ballare fino alle sei del mattino.
Perché quindi In my memory è un album importante per questo genere musicale? Perché è un album che chiude l'epoca d'oro della house e aprirà la strada alle varie sperimentazioni dei Duemila.
E ora, se questo sketch vi è stato utile, andate pure a divertirvi ballando sulle note di In my memory: una sensazione impareggiabile.
Buon ascolto.
Marco Scanu
Ciao Marco bravissimo scrivi molto bene ...questo non lo conoscevo quindi grazie
RispondiEliminaGrazie mille Alice: siamo orgogliosi di ricevere i complimenti da un'intenditrice come te. Continua a seguirci e buona musica 😎🎧
Elimina