Le basi, ragazzi. Le basi!


Certe persone non cambieranno mai.
Avevo all'incirca dodici/tredici anni quando comprai "Emozioni" di Lucio Battisti, e ragazzi più grandi di me mi consigliarono: «Lascia perdere, ascolta gli U2». Oppure: «Avresti preso The dark side of the moon, quella si che è musica». E ancora: «Battisti? Molto meglio la house». Queste persone credevano -e, per l'appunto, credono tuttora- in una sorta di dogma adolescenziale secondo cui la musica leggera italiana fosse sistematicamente, e in una sola parola, brutta. Convinti che solo quella inglese o americana fosse bella, non perdevano tempo ad ascoltare la noiosa musica italiana. Ebbene, nonostante questi consigli, ho continuato ad ascoltare Emozioni di Lucio Battisti; e, sicuramente, continuerò a farlo.
Scrivendo questo articolo mi rendo conto quanto sia difficile recensire un album come questo. Forse su questo disco è già stato scritto tutto; e forse qualcuno dirà «L'ennesima recensione su Emozioni». In effetti, cosa aggiungere su un album che, solo evocandone il titolo, toccherebbe anche l'animo del più sregolato fra i rocker?!
Potrei annoiarvi con i soliti dati tecnici riguardanti il numero di copie vendute, le date di pubblicazione dei singoli, settimane di presenza nella hit parade ecc ... ma non lo farò. Perché? Perché qui si parla di Emozioni. E le Emozioni son stati d'animo, non numeri. 
Il fatto è che questo disco contiene brani che hanno fatto la storia della musica leggera italiana, dall'intramontabile Acqua azzurra, acqua chiara a Mi ritorni in mente, da Fiori rosa, fiori di pesco alla splendida ballata Anna, fino ad arrivare all'intensa title track premonitoria della crisi d'identità  che avrebbe caratterizzato la società italiana negli anni Settanta. Ma concentriamoci piuttosto sulla modalità con cui avvengono affrontate le tematiche dell'album.
E' proprio rispetto al nuovo modo con cui si affrontano le consuete tematiche della tradizione musicale italiana che si deve valutare l'importanza di Emozioni: Mogol e Battisti firmano un capolavoro unico, denso di significati, in cui si spazia da scene di vita quotidiana a una rinnovata sensibilità nel rapporto di coppia (secondo voi è un caso che in quello stesso anno in cui viene pubblicato l'album, il 1970, venga anche approvata la legge sul divorzio?!Segno evidente che il costume della società  italiana stava cambiando). Un nuovo modo quindi di intendere anche la libertà individuale, fuori dagli schemi di una società ottusa e conservatrice. Del resto, chi è il protagonista di Emozioni? È un giovane alle prese con l'unicità dei suoi sentimenti contrastanti ma che, indirettamente, rappresenta qualsiasi giovane dell'epoca  alle prese con la difficoltà di diventare adulto. 
Tra la ruvidita' del rhythm  and blues e di una voce soul inimitabile, l'utilizzo di una lingua piena di figure retoriche e l'orecchiabilita' di un tormentone, Battisti e Mogol ridanno slancio e freschezza all'intero panorama musicale dell'epoca, creando una nuova melodia italiana tutta intrisa di rock e poesia destinata ad entrare per sempre nella memoria collettiva del nostro Paese. Il merito più grande di questa antologia e stato quello di coronare definitivamente l'uscita della musica leggera italiana dall'ingenuo stereotipo melodico del "sole, cuore, amore", cui essa rimase principalmente ancorata per tutto il decennio degli anni Cinquanta. Alla "rivoluzione dei cantautori" (Tenco, Gaber, Celentano ...) negli anni Sessanta non fece riscontro un ampio e immediato successo a livello di vendite: ecco quindi che con Emozioni viene trovato l'equilibrio perfetto tra l'efficacia di una comunicazione tagliente ma non complessa, mai banale, con un occhio di riguardo alle esigenze discografiche. 
L'eredità musicale di questo album non conosce -e non conoscerà mai- limiti temporali. Se vale il detto per cui "le cose semplici sono le migliori", qualsiasi ragazzo che vorrà scrivere testi come Bono Vox o suonare una Fender come Dave Gilmour, dovrà prima cimentarsi con Non è Francesca, Dieci ragazze, o 7 e 40. Infatti, per comporre le "semplici" linee melodiche contenute in Emozioni, Battisti e Mogol collaborarono con alcuni fra i più virtuosi musicisti italiani dell'epoca, quali Flavio Premoli, Demetrio Stratos, Gabriele Lorenzi, Francone Mussidda e Damiano Dattoli.
Perche quindi dovremmo ascoltare questo album ancora oggi? Perché in questo album, ragazzi, ci sono le basi musicali di ognuno di noi. Son sicuro che tra quelli che stanno leggendo questo sketch ci sarà qualcuno che avrà avuto il piacere di ascoltare Emozioni da un Juke-box in una calda giornata d'estate del 1971 e ricorderà la sua giovinezza con un sorriso; e, allo stesso tempo, son sicuro che tra quelli che stanno leggendo questo sketch, e sono nel pieno della loro giovinezza, ci sarà qualcuno che avrà sicuramente almeno due o tre canzoni di Battisti nella playlist del suo smartphone (per fortuna o purtroppo, in Mp3), magari proprio tra Beautiful day e Money.
Per chiudere, il consiglio migliore che sento di darvi è questo: mettete su il disco e, ancora una volta, continuate ad ascoltare questo capolavoro pieno di Emozioni.
Alla prossima.


                                                  Marco Scanu




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