Many say that I'm too young



"... many say that I'm too young ...". L'intensità vibrante con cui la Regina del soul cantava queste parole, tratte dalla canzone "Giving Him Something He Can Feel". Così Mary J. Blige descriveva la capacità di Aretha Franklin di materializzarsi di fronte all'ascoltatore: «il modo in cui dice "I'm" ... si riesce quasi a vederla, mentre lo dice, è come se ce l'avesse con te, ma tu stai ancora dalla sua parte».
Dettaglio non indifferente: la Blige, per l'occasione, faceva parte della giuria chiamata da Rolling Stone U.S.A. a stilare la classifica dei cento migliori cantanti di tutti i tempi (mensile n. 64, febbraio 2009). Indovinate chi si piazzò al primo posto? Lei, Aretha Franklin. La Regina del soul, voce e anima allo stesso tempo, riuscì a piazzarsi sul gradino più alto del podio battendo mostri sacri come Elvis Presley, Ray Charles, John Lennon, Tina Turner e Freddie Mercury.
Se il rock -con tutti i suoi generi, compreso il soul- è stato ciò che ha rivoluzionato la musica del Novecento, Aretha ne è stata la Regina.
Aretha c'era: Aretha cantante, Aretha attrice, Aretha icona, e ambasciatrice di libertà con la potenza del suo canto. Anche nei suoi silenzi discografici, Aretha c'era e probabilmente ci sarà sempre.
Si, forse Aretha era ancora troppo giovane; perché sarà difficile abituarsi all'idea di aver perso la più grande cantante del Novecento.


Marco Scanu


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